Summit in via Matteo Ossi
SAN VITO. Esperti e nuova Amministrazione si confrontano su scavi e gestione dei lavori.
Si è tenuto ieri, nel cantiere di via Matteo Ossi, un importante incontro tecnico-scientifico tra la dottoressa Giovanna Gangemi e l’assistente tecnico della Soprintendenza Archeologica del Veneto, l’operatore archeologo Davide Pacitti*, l’ispettore onorario Daniele Lucia Petito, alcuni rappresentanti della nuova Amministrazione guidati dal sindaco Fiori e la direzione dei lavori. In primo piano lo stato delle complesse indagini scientifiche condotte dall’équipe Pacitti e i tempi di ripresa dei lavori stradali in vista della prossima stagione estiva. La dottoressa Gangemi ha ispezionato e spiegato, con gli elementi finora emersi dalle analisi stratigrafiche, le decine di metri di strutture murarie a secco e buche di palo afferenti ad un probabile villaggio risalente al periodo tardo antico-alto medioevale dentro del quale si affiancavano strutture abitative e spazi, in ogni caso connotati ancora da buche di palo ma totale assenza d’alzati murari e ceramica, che potevano essere destinati ad attività artigianali legate al legname. L’esponente dell’istituto di tutela ha raccomandato grande cautela nell’interpretazione e valutazione del ritrovamento, affermando tuttavia che si tratta di una scoperta di notevole interesse per il periodo che rappresenta e, soprattutto, per il fatto che porta alla ribalta un territorio ritenuto, a torto, disabitato sino all’epoca medioevale. Per cercare di dare altre risposte e comprendere, se possibile, le tecniche edificative e strutturali delle abitazioni, le indagini proseguiranno (ma senza ostacolare il riavvio dei lavori di costruzione del muro che delimita a monte la strada che conduce agli impianti). Nello scambio di opinioni sono stati affrontati anche i temi connessi con la valorizzazione delle scoperte recenti e passate. Si sono aperte prospettive di collaborazione tra la Soprintendenza e i nuovi amministratori. (e.p.)
* N.B. L’archeologo Davide Pacitti è un operatore esterno alla Soprintendenza.
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02/06/09
Tracce di un antico insediamento
Spuntano dal sottosuolo reperti tracce di un antico insediamento
San Vito, storia antica. Dove si distendeva il villaggio di Tonadigo, sparito nelle brume delle pestilenze e dei terremoti del secolo quattordicesimo? Non è escluso fosse ai piedi dell’Antelao, lungo il conoide di deiezione che oggi ospita l’abitato di San Vito. La suggestiva ipotesi è stata avanzata da Daniele Lucia, ispettore onorario, osservando gli scavi* in corso lungo via Matteo Ossi, da Resinego Alto verso Belvedere, sempre generosa di reperti e quindi di indizi. I lavori per l’allargamento della strada, iniziati un anno fa, hanno riservato più di qualche sorpresa: sono affiorati resti di una olla, frammenti di ceramica, scorie derivanti da lavorazione di materiali, e ora tra le sassaie i resti di un piano di calpestio ancora da valutare nella sua consistenza e che fanno pensare ad un incolato non esiguo ripetutamente sommerso dalle colate di ghiaia provenienti dal sovrastante Antelao e ad attività artigianali di sussistenza. Circa la datazione, la qualità e la disposizione dei materiali emersi fa pensare a crolli di insediamenti avvenuti in epoche comprese tra il quarto e il settimo secolo dopo Cristo. «Quel sito è decisamente promettente», ha commentato Lucia, anticipando che gli scavi continueranno, sempre sotto la guida della sovrintendenza per i beni archeologici del Veneto. «Ecco perchè ogni intervento nel sottosuolo, ogni sbancamento dovrebbe essere seguito da esperti della sovrintendenza», ha concluso.
Lunedì 1 Giugno 2009, Bortolo De Vido
* N.B. Eseguito sotto la direzione scientifica per i Beni Archeologici del Veneto.
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01/11/08
Partiti gli scavi nella frazione di Resinego
Dal Corriere delle Alpi di sabato 1 novembre 2008.