A San Vito emerge ceramica antica
…DAL SOTTOSUOLO DI S. VITO EMERGE CERAMICA ANTICA
S.VITO di C.– Anche dal sottosuolo di questo paese turistico della Val del Boite a due passi dalla Regina delle Dolomiti, Cortina d’Ampezzo sono emersi reperti di un passato remoto: si tratta di frammenti ceramici, sicuramente antichi, seppure al momento non sia stata azzardata alcuna datazione. In ogni modo è possibile affermare come sia la prima volta che in questo centro si effettuino scoperte di tale natura. Il sito in primo piano, e oggetto delle ricerche, è il cantiere dell’Anas relativo all’allargamento della strada statale d’Alemagna che conduce a Cortina e in Centro Cadore. E’ proprio in quest’ambito che, durante lo sbancamento. è emersa una stratificazione antropica ( ora si può dire con certezza)segnalata al funzionario bellunese della Soprintendenza da Dario Dall’Olio, artista zumellese e grande appassionato di beni culturali che passava da quelle parti. Di qui i sopralluoghi di verifica, il rilievo della sezione da parte dell’equipe di Davide Pacitti, incaricata dal comune di S. Vito ed in questi giorni lo sbancamento dello strato superficiale di circa un metro di spessore e la scoperta della ceramica, da parte del tecnico dell’Istituto di tutela, insieme con una piccola scoria di fusione di ferro. Ma quale è la natura della scoperta ? Per ora e tenuto presente che è stata pulita solo la sezione di scavo, della lunghezza di 9 metri circa, ad andamento nord-sud, vi è da registrare la presenza di tre possibili buche di palo, visibili distintamente. Le due, poste sul lato sud, contengono parecchi carboni, mentre la terza, situata nell’estremità a nord, non denota la presenza di resti carboniosi. Subito al di sopra è ben visibile per alcuni metri una livellino di carboni infine, ancora in corrispondenza delle due buche, poste sul lato sud, si possono osservare delle pietre in calcare bianco delle dimensioni di 10/15 centimetri. Con questi elementi è possibile ipotizzare che ci si trovi di fronte ai resti di una capanna, costruita con alzati murari in pietre a secco e parte in legname. Tuttavia staremo a vedere cosa emergerà dalle indagini scientifiche, dirette dalla Soprintendenza e condotte da Davide Pacitti su incarico comunale. A breve si procederà, infatti, con l’asportazione della riamanenze dell’unità stratigrafica numero uno, per una superficie quantificabile in circa 30 metri quadrati, insomma tutto quello che è salvato grazie alla segnalazione di Dario Dall’Olio. Non si può tralasciare, infine, una nota di colore riferita alla sorpresa ed incredulità di molti sanvitesi di fronte a questa scoperta, purtuttavia, a ben leggere la storia locale attraverso i documenti la meraviglia è del tutto ingiustificata, difatti, una comunità che “produce” documenti scritti sin dal 1156 ( si tratta, come scrive G. Richebuono nel volume “Le antiche pergamene di S. Vito di Cadore”del più vecchio documento cadorino) non può che avere radici molto profonde. Corriere delle Alpi, (ep)